Belo Horizonte – Brasile, Natale 2017
Carissimi parenti e amici d’Italia,
il Brasile è considerato come uno dei paesi più pacifici del mondo. Qui non ci sono guerre, anzi non ci sono state quasi mai.
Tuttavia, qui impera la violenza; e questa c’è sempre stata.
Dati della polizia aggiornati a luglio 2017 riportano la realtà di oltre 28 mila persone assassinate da gennaio a giugno, facendo una media di 155 morti al giorno per violenza. Cifre che fanno rabbrividire, se confrontate con la media di morti in Siria o in altri paesi in guerra.
Aggiungono le statistiche che, confrontando i dati dello stesso periodo con quelli dell’anno precedente, si sono ottenuti risultati di questo tipo: diminuzione del 12,2% degli omicidi commessi nell’ambito della razza bianca e benestante; ma aumento del 18,2% tra le classi povere e specialmente di razza negra.
All’inizio dello scorso ottobre abbiamo assistito all’assassinato di bambini, alunni di un asilo della città di Janaúba, prima inzuppati di benzina dal guardiano della scuola e subito dopo incendiati dallo stesso energumeno. Un esempio – questo – fra tanti delitti e atrocità.
In questo contesto sociale ci troviamo anche noi, religiosi-religiose e tante persone di Chiesa, a lavorare e collaborare con le istituzioni civili per far fronte a sfide colossali presentate dai trafficanti di droga e da altri personaggi e organizzazioni criminali, per le quali la vita umana non ha alcun valore di fronte a interessi di tutt’altro tipo.
Noi crediamo nel Dio Creatore e unico padrone della vita umana. Noi crediamo ai messaggi del Vangelo e agli esempi di Gesù, che ha assunto la nostra condizione umana e l’ha elevata nella sua Persona, a dignità divina.
Lo adoriamo fatto bambino a Betlemme, dove Lui appare come noi e noi con la possibilità di diventare simili a Lui! Ogni persona ha acquistato dal Creatore, prima ancora della nascita, una dignità incomparabile. E poi, da Gesú fatto uomo, un valore ancora infinitamente più alto.
Il lavoro che noi facciamo in pro della vita non è altro che, come si dice, una goccia d’acqua nell’oceano. Tuttavia, continuiamo a farlo perché è questo che il Signore attende da noi. Le opere sociali con cui operiamo costituiscono un supporto efficiente per la protezione e difesa dei minorenni a noi affidati. Le portiamo avanti affrontando tante difficoltà, soprattutto economiche, a causa dei limitati contributi che ci vengono elargiti dalle pubbliche istituzioni.
Si conta, per tutto questo, anche con gli aiuti di privati, sia individuali come di gruppo. A questo proposito, io ho sempre da ringraziare tante persone e gruppi che mi hanno aiutato da quando sono in Brasile, cioè da ormai 36 anni, quasi metà della mia vita. Ringrazio chi mi aiuta individualmente, per lo più facendolo nell’anonimato. Ripeto il mio grazie ad alcune istituzioni, non solo italiane, che sostengono iniziative specifiche. Mi dispenso da nominarle adesso, come ho fato in altre occasioni.Tuttavia, nomino con tanto piacere l’impegno che tutt’oggi continua da assumersi Corbiolo, mia parrocchia d’origine. Lo fa in vari modi, uno dei quali è il costante e impegnativo invio di un container all’anno, carico di decine di migliaia di indumenti. Lo fa anche per mezzo di un’altra simpatica iniziativa, che praticamente non conoscevo, ma che ho avuto modo di “scoprire”, nei particolari, lo scorso mese di luglio. La spiego.
Tutti gli anni ricevevo un’offerta dal Gruppo Missionario della parrocchia di Corbiolo, sapendo vagamente che consiste nel ricavato delle vendite fatte con le “bancarelle per la missione di P. Renzo”, in due domeniche, una in luglio e l’altra in agosto. Non conoscevo però cosa si vendesse in quelle bancarelle. Come ho detto, l’ho scoperto l’estate scorsa. Si tratta di bellissimi lavoretti di ricamo, davvero artistici e utili per la casa di chiunque. Ne ho ammirato e apprezzato i dettagli, davvero ammirevoli e attraenti. Ho ammirato anche il modo come vengono confezionati quei lavori, con una iniziativa nascosta, silenziosa, preziosa. Nel mese di gennaio, se non sbaglio, vengono distribuiti gratuitamente dei panni di stoffa o degli scampoli a chi desidera collaborare. Ci sono donne che si prendono quelle tele, se le portano a casa e ci lavorano su, poco a poco nei momenti liberi, fino a trasformarle nei preziosi lavoretti che vidi esposti in vendita, nelle famose bancarelle.
Ringrazio per aver avuto l’occasione di vedere e conoscere il funzionamento di questa simpatica iniziativa del grupo missionario di Corbiolo. Ho voluto rilevarlo in questo mio messaggio di Natale, per dire alle “donne ignote” che fanno questi lavori e anche a chi li compera, che il loro contributo giunge qui ad aiutarmi a mantenere vive ed efficienti le case di accoglienza di Vitoria, dove una cinquantina tra bimbi, bimbe, ragazzi, ragazze e giovani senza riferimento familiare, negri la maggior parte, sono accolti, mantenuti, educati, istruiti e preparati per affrontare la vita adulta, in un mondo pieno di ostacoli, di pericoli e sfide.
Care donne “ricamatrici ignote” di Corbiolo, sappiate che il vostro lavoro invernale, quieto e modesto, ha tutto il sapore della carità cristiana. Come è quello, pure continuo, ammirevole e impegnato, delle persone che lavorano tutti i mercoledì a “scatolare” gli indumenti per il container, depositandoli nel magazzino, ceduto da anni in uso gratuito, per iniziativa del compianto carissimo amico Alfonso Zanini. E dicasi altrettanto di qualsiasi altro donativo che ricevo qua e là, come ho detto più sopra. Stiamo colaborando insieme, per far sì che almeno ogni tanto una goccia d’acqua benefica in più, si aggiunga all’oceano dell’umanità che soffre.
Forse il più vero senso del Natale fa riferimento al valore della vita umana e a ciò che si fa per difenderla e proteggerla.
Buon Natale e Buon Anno, a voi tutti.
P. Renzo Florio