Barboni, Clochard, Senzatetto, Vagabondi, Mendicanti…. O solamente persone da aiutare???


Viviamo in una società concentrata sul benessere collettivo ma che non fatica a chiudere spesso un occhio per quanto riguarda l’accoglienza di persone con reali problemi comunicativi.
La “Ronda della Carità” è una di quelle realtà che si impegnano a fondo per soddisfare i bisogni primari di queste persone disagiate, grazie all’aiuto gratuito di decine di volontari che ogni sera girano per le strade di Verona per portare un piatto di minestra calda e una coperta a chi non è in grado di procurarseli da solo, o, molto spesso, per portare solamente un po’ del proprio tempo per dedicarlo all’ascolto delle tristi vicende che hanno sconvolto le vite di coloro che noi chiamiamo “barboni”.

Su proposta di Don Paolo e dei nostri animatori, abbiamo avuto l’opportunità di concretizzare quanto finora affrontato nel programma del gruppo giovani di quest’anno, che ha per argomento la Carità.
Durante gli ultimi due mesi ognuno di noi ha quindi dedicato un sabato sera per partecipare alla “Ronda” assieme ai volontari. Tra dormitori, rifugi, vicoli e strade, abbiamo conosciuto persone d’ogni genere e d’ogni origine, ognuno con le proprie storie di vita, spesso segnate da forti dolori e struggimenti interiori, aggravati dal tentativo di colmarli nella maniera sbagliata: abusi di alcool e droghe, i quali non hanno fatto altro che peggiorare la situazione. Abbiamo visto con i nostri occhi giacigli improvvisati ai piedi di un albero dei parchi pubblici della nostra città e abbiamo sentito odori e lamenti di ubriachi che difficilmente si scordano in una sera.
Attraverso quest’esperienza è stato facile rendersi conto delle reali difficoltà in cui si trovano questi “senzatetto” che vivono accanto a noi, passando però quasi inosservati. Indifferenza è l’aggettivo che meglio identifica l’atteggiamento della gente nei loro confronti .

La cosa che ci ha forse maggiormente colpiti, è stato però vedere molti ragazzi della nostra età che passavano un normale sabato sera nei locali del centro, a poca distanza dai volontari che, invisibili, portavano avanti la loro azione di carità. È sorto allora spontaneo il paragone tra i sabati sera che abbiamo anche noi trascorso nei locali, dove il divertimento ha la priorità su tutto e il nostro nuovo sabato sera alternativo. A tutto questo seguono un sacco di riflessioni che, come ognuno di voi puo’ intuire, ci pongono davanti interrogativi su cosa significhi veramente divertirsi e su come potremmo dare un taglio netto ai nostri comportamenti e stili di vita, oltreché capire come realmente potremmo aiutare queste persone bisognose, che necessitano fortemente del nostro

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aiuto. La risposta non è certamente facile ma proprio perché difficile, rappresenta una questione alla quale dobbiamo tutti cercare di dare una risposta.

Importante rimane comunque sempre una cosa: darsi da fare per aiutare il Prossimo, sia esso il nostro vicino o il senzatetto che vive sotto casa nostra, perché, come diceva una grande donna del secolo scorso “se vuoi salire fino al cielo devi scendere fino a chi soffre”.

(Stefano e Tommaso)